Zinzulusa: gli stracci della bella fanciulla.
La grotta Zinzulusa a Castro nasce da un racconto.
C’era una volta un barone molto cattivo, il quale costringeva la figlia a indossare stracci e a vivere di stenti.
Tuttavia, una fata bellissima venuta a conoscenza della situazione della fanciulla, decise di cambiarle la vita, dandola in sposa ad un principe.
Le vesti di stracci furono così gettate e si pietrificarono all’ingresso di una grotta, dove fu imprigionato il barone cattivo. Dall’inferno scaturirono delle acque che diedero vita al laghetto Cocito.
Questa grotta si apre sul mare, tra Santa Cesarea Terme e Castro Marina.
Perché Zinzulusa? Perché al suo interno sono presenti stalattiti e stalagmiti che, in dialetto salentino, sono gli “zinzuli” cioè stracci, come quelli che indossava la figlia del barone.
Nel 1922 si iniziò un’opera di raccolta e catalogazione delle specie vegetali e animali che dimorano le parti più profonde della grotta. Particolare la presenza di crostacei di origine molto antica. Ecco che la leggenda incontra la realtà. Si dice che alcuni gamberetti marini, avessero assistito alle gesta della fata e che fossero diventati ciechi. Così, nelle acque del Cocito, ovvero nella parte finale della grotta, dove sono presenti acque basse salmastre e calde, fredde e dolci quelle più alte, vive un gamberetto rarissimo, il Typholocaris salentino.
Insomma, in questa grotta sogno e realtà, leggenda e storia si intrecciano e vivono nell’eterna memoria di chi la visita, salentini e non.