Super bulli alla riscossa!
Ogni ora del giorno e della notte le arrivano messaggini via mail. Non sono amichevoli e neppure semplici informazioni, ma offensivi e molesti, come può esserlo uno schiaffo. Conoscono la password ed entrano come serpenti velenosi nella sua vita privata.Escluderla, isolarla, renderla “altra” rispetto ad un gruppo omogeneo. Durante le ore di lezione nella sua terza B della scuola media inferiore, invece di studiare il libro di storia è costretta a leggere gli insulti anonimi, perchè il suo vestito pare sia stato comprato al mercato del paese, senza alcuna firma nè tantomeno alla moda.
Questo uno dei numerosi casi di ciò che viene definito cyberbullismo.
Risale al 2006 il primo caso reso pubblico nel nostro Paese: i super bulli tecnologichi avevano colpito un disabile, suoi compagni di classe, manifestando la propria prepotenza attraverso percosse e riprese video tramite un normale cellulare. Peter Smith, uno dei maggiori studiosi di bullismo, definisce il fenomeno come “una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta, attuata attraverso un testo elettronico, agita contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire e mettere a disagio la vittima di tale comportamento che non riesce a difendersi” (2008). Così tutti i mezzi tecnologici che il nuovo Millennio è riuscito a produrre, rappresentano l’artiglieria pesante dei bulli elettronici. Cambiano i mezzi ma gli obiettivi restano identici: offendere, minacciare, molestare la vittima. Purtroppo, a differenza del passato, la possibilità di agire nell’anonimato rende il fenomeno ancora più complesso e preoccupante. La popolarità del gruppo, rappresentare (discutibili) punti di riferimento per le azioni compiute, dar sfoggio della bravura cybernetica e para-psicologica contro la noia degli anni 2000, in cui la fantasia degli adolescenti è abbrutita dall’esigenza di avere tutto e di averlo subito, sono forse le cause che tendono a “giustificare”o quanto meno a studiare questa nuova forma di bullismo. Non facciamone una questione di genere, poi. L’uguaglianza tra i sessi è lampante; anche le giovani ragazze si ritrovano on line, pubblicano foto e filmati in cui giocano a far le attrici, le super dive del tempo, ma soprattutto la tendenza dilagante e agghiacciante, è la propensione a ritrarre se stesse in atteggiamenti equivoci con altri compagni e amici. I video vengono pubblicati in Rete, viaggiano velocemente, tracciano una linea invisibile ma oscura, perchè oscuro è il danno che queste ragazze pseudo esibizioniste arrecano al loro presente e futuro.
Un’età compresa tra i 10 e i 16 anni, un’immagine di bravi studenti, una competenza informatica superiore alla media, incapacità a valutare la gravità delle azioni compiute on-line: questo l’identikit del cyber bullo, che usa internet per realizzare quello che magari non riesce a vendicare nella vita reale, quello che non ha il coraggio di fare nel cortile della scuola. E’ quanto si legge sul sito della Polizia delle comunicazioni. Quando dopo una denuncia intervengono gli agenti per fermare azioni di bullismo spesso si hanno delle reazioni di stupore di vergogna e lacrime da parte dei cyber bulli più giovani che ovviamente non si sono resi conto di quanto fosse stato feroce il loro modo di prendere in giro qualcuno.
Come per ogni forma di violenza, il rischio che la vittima si senta in colpa e abbia vergogna a parlare di ciò che ha subito è molto alto. Per tal motivo, dal 2007 Il Ministero della Pubblica Istruzione ha attivato il numero verde nazionale 800 669696, all’interno della campagna per la lotta al bullismo “Smonta il bullo”. Gli operatori informano, rispondono a dubbi e domande sul fenomeno, raccolgono segnalazioni di atti di bullismo. Si tratta di psicologi, insegnanti, genitori che sanno ascoltare e cercare soluzioni appropriate. Il numero è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Le domande più frequenti poste agli operatori del numero verde sono disponibili sul sito web smontailbullo.it.
Nessun uomo, bambino o bambina, ragazzo o ragazza che sia è un’isola.
La parola bullo assomiglia a bolla, come quella di sapone. E’ piena d’acqua, facile a riempirsi, gonfiarsi e volare alto. Tuttavia, basta un semplice tocco per romperla, smontarla e renderla evanescente.