Successo o totale fallimento a Doha?
Il 26 novembre 2012 si apriva ufficialmente a Doha, capitale del Qatar, la Conferenza delle Nazioni Unite sui mutamenti climatici. I 17 mila delegati dei Paesi membri hanno discusso degli eventuali progressi sulla riduzione delle emissioni di gas-serra e la veridicità degli impegni assunti dai singoli governi. Dopo circa 36 ore di negoziazione, si è conclusa il 7 dicembre la Conferenza di Doha. Quali i risultati? L’estensione del Protocollo di Kyoto dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2020. E’ bene ricordare, tuttavia, che tale accordo è stato siglato dai paesi dell’Unione Europea, Svizzera, Norvegia, Australia, la cui adesione consentirà di consolidare i sistemi di emission trading. I colossi dell’industria, i principali emettitori che già nel 1997 non hanno ratificato Kyoto, quali Stati Uniti e Cina rimangono ancora una volta fuori dall’accordo. Le loro emissioni saranno gestite all’interno della Durban Platform, un tavolo negoziale che indicherà un accordo orientato al meccanismo di “pledge and review” (impegno e controllo). Insomma, a Doha si è fatto pochissimo. Molti i limiti e pochissimi gli impegni. Una goccia nell’Oceano è rappresentata dal documento finale della stessa Conferenza Onu, il Doha Climate Gateway, che indicherà a tutti gli Stati membri i tagli da effettuare alle emissioni. La Climate Action Network, rete di circa 700 organizzazioni non governative internazionali, giudica ciò che è avvenuto a Doha come un fallimento totale, nella sostanziale incapacità di trovare soluzioni per tagliare le crescenti emissioni di Co2. I disastri climatici quasi giornalieri non hanno scosso i delegati, i quali hanno risposto con tatticismi e mera burocrazia. “I nostri governi devono capire che questo fallimento tradisce le popolazioni delle Filippine e del resto del mondo che stanno affrontando ora, oggi, gli impatti del cambiamento climatico. E saranno costretti ad affrontarlo in futuro – attacca il direttore esecutivo di Greenpeace Kumi Naidoo – Ciò che è in gioco qui non è qualcosa di etereo chiamato pianeta, clima o ambiente, ma la svendita del futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti”. Per ulteriori chiarimenti, leggere l’articolo sull’apertura dei lavori della Conferenza nel Qatar del 26 novembre: S.O.S. Clima!.