Si scrive crowdfunding, si legge progetti di qualità made in Salento!
Quando si giunge, forse anche un po’ per caso e per fortuna, a fare della creatività (intesa in senso lato) un mestiere, è lì che la passione ha vinto, ma è a quel punto che l’intelligenza e la ragione si mescolano all’arte del sé e del fare, affinchè l’estro abbia un senso. Alla stregua di Albert Camus, quando sostiene che “creare è dare una forma al proprio destino”, il salentino artigiano della luce Salvatore Epifani crede che “la creatività, come la ricerca, sia un bisogno estremamente fisiologico dell’uomo. Anzi, credo che sia un bisogno dell’anima stessa. Quest’ultima desidera, brama, richiede energia da sprigionare in molteplici attività. Ogni essere umano esprime a proprio modo questo bisogno. Si può essere creativi e costruttivi in tutto! Tutti possono essere artisti, per sentirsi vivere”. Cominciando dai gesti mai troppo pensati e spesso automatici della quotidianità, Salvatore ha tentato di unire il dilettevole all’utile, non avendo altra scelta, poiché quella era la strada da percorrere fino in fondo. Con il fratello Andrea si sono meravigliati davanti alla creazione e restano costantemente sorpresi per quello che il mondo offre e per le innumerevoli opportunità che la stessa natura crea e dona all’artista/artigiano. Sono le arti applicate il loro campo. Partendo da un’idea, si prosegue con la ricerca dei materiali. Tutto può ispirare. Tutto può essere il soggetto e l’oggetto di un’idea che si realizza attraverso le mani. Come la luce. Dalla nascita della luce artificiale, i creativi provano amore e odio per un tema così tanto primordiale quanto difficile da domare. E forse proprio in questa ricerca costante e mai perfetta si colloca il lavoro di Andrea e Salvatore, che domano il ferro e ritagliano la carta, la forza e la delicatezza, il controllo e l’armonia. Questa la struttura dei loro oggetti. Le carte usate per far trapelare la luce nascono in Giappone, Polinesia, Tibet. Se si guarda il quotidiano con gli occhi dell’artista, ogni cosa ha un senso e tutto può essere riprodotto, lanciando uno sguardo all’invisibile. La sua filosofia e il modus operandi ricordano il “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro”: Antoni Gaudì. Gli oggetti possiedono un percorso fisico, la cui struttura va materialmente toccata e indagata. Lo sguardo su di essi può coinvolgere e sconvolgere l’anima. La realtà, a volte, supera la stessa fantasia. La natura permette di abbandonarci al sogno, al magico, a tutto ciò che l’inconscio custodisce. E’ compito degli artigiani modellarla, ricreare quelle forme, dare forma all’onirico, affinchè tutti, godendo di quell’oggetto, possano lasciarsi andare nell’infinito della luce. Nonostante in Italia non esista la cultura del rischio, adeguando la propria vita ad un percorso deciso dagli altri e dalla società intera, sarebbe opportuno inventarsi e inventare, invece che trovare. Ed è questo ciò che hanno tentato di fare Andrea e Salvatore Epifani, ricorrendo anche a forme nuovissime di finanziamenti.
Si chiama crowdfunding, termine che deriva dall’inglese e sta per finanziamento della folla. Si tratta di un processo di finanziamento che proviene dal basso, mobilitando persone e risorse. Un gruppo di persone usa il proprio denaro per supportare determinate azioni. Le piattaforme di questo processo collaborativo sono siti web che sollecitano la domanda e l’offerta. Poiché c’è chi, a ragione, crede che il futuro del Bel Paese sia l’artigianato, che il lavoro non si cerca ma lo si crea e che il manifatturiero sia uno dei pochi settori davvero vitali per la nostra economia, ci si può mettere in gioco. Oggi è possibile credere in un progetto e finanziarlo. Epifani Lab è un progetto che vive di partecipazione. Eppela è una splendida vetrina web dove crediamo che il progetto possa davvero prendere vita e solo grazie al libero scambio di benefici tra persone, ovunque esse si trovino. La bellezza è dappertutto e il saper fare è per pochi. Il plus valore odierno si trova nel saper calibrare bene l’high tech e artigianalità. La nuova collezione “Atmospherique Modular Collection” nasce dalla convinzione che prodotti di design e artigianato devono poter essere accesibili a un maggior numero di persone a costi contenuti.
La vita, in fondo, è uno stato d’animo. Basta un colpo d’occhio ad un oggetto che richiama la nostra attenzione per sentirsi esplodere. Tecniche e sensibilità al dettaglio diventano fondamentali, nel processo di globalizzazione che le società odierne vivono. E se il Glocal, il mix tra globalizzazione e locale è senza dubbio la strada da percorrere, e se questo locale proviene dalle nostre terre, sempre troppo abbandonate, allora lunga vita al crowdfunding o a tutti coloro i quali credono in progetti, poiché dietro a belle idee ci sono uomini, prima che artisti.