S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo: la Focara di Novoli 2014
Luce e calore sprigionati durante la combustione. Si potrebbe stare ore ed ore ancora a fissarlo, mentre il viso si riscalda, nelle notti di inverno.
Il fuoco è vita, potente e misterioso elemento. Libera dal buio, ha permesso di cucinare e l’instaurarsi dei legami familiari e sociali. Intorno ad esso, la comunità.
E poi c’è un fuoco, che è diventato il più grande del Mediterrareo. Fedeli devoti, semplici osservatori e appassionati di folklore, tutti con il naso all’insù a guardare la “focàra” in onore di Sant’Antonio a Novoli. La sua costruzione inizia all’alba del 7 gennaio e si conclude a mezzogiorno della vigilia, il 16. Come scritto dal prof. Eugenio Imbriani, dell’Università del Salento, Il monaco egiziano è venerato nella cittadina da almeno quattro secoli, se è vero che già nel 1640 si avvia la costruzione della chiesa a lui dedicata, nel luogo di una preesistente cappella; nel 1664 l’autorità civile e il clero chiedono al vescovo il riconoscimento del santo come protettore, privilegio concesso dalla Sacra Congregazione dei Riti nel 1737. Inoltre, sant’Antonio , che nell’iconografia è accompagnato da un maiale, è il protettore degli animali domestici.
Il falò è formato da fascine di tralci di vite, accatastate con tecnica, per creare un diametro di venti metri circa, per altrettanti di altezza. Sono necessarie lunghe scale e catene di uomini su di esse per trasferire le fascine in alto, ed è indispensabile che la struttura cresca in modo simmetrico, perché deve resistere al proprio peso e alle intemperie.
Così, tutti attendono la sera del prossimo 16 gennaio, quando avrà luogo l’attesa accensione. Numerose batterie pirotecniche daranno vita alla spettacolare focara,che arde, brucia fino a consumarsi. Dietro la sua imponenza, tanti gli eventi che faranno da cornice. Concerti, spazi dedicati alla vendita, esposizione di prodotti enogastronomici della tradizione, fiere.
E ci immaginiamo che anche Prometeo sia lì, ad ammirare e mirare quel fuoco che arde, vantandosi di quella scintilla rubata agli dei e donata agli uomini.
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