Più tagli per tutti
Sin da piccoli ci è stato insegnato che l’ignoranza della legge non scusa. E’ doveroso essere al corrente delle leggi, in quanto la non conoscenza non deve costituire materia per la difesa. Conoscere la norma, questo il precetto. Ma si presume anche che tale legge sia sempre portata alla conoscenza dei cittadini. Ciò al fine di evitare una lotta continua di tutti contro tutti, di non tentare alcuno a creare una società-giungla. Ma cosa accade per la conoscenza e l’informazione intesa come fonte cui attingere per il bene della collettività, per il miglioramento della società, acqua pura di sorgente da cui bere per rendere tutti al servizio di ognuno? Da sempre si ha la percezione che gli uomini non siano tutti uguali, strutturati e incasellati in definizioni che prediligono intrinsecamente accezioni positive e negative: ricchi, poveri, buoni, cattivi, abili e disabili. E quando c’è una crisi che come un vento di tramontana spazza via ogni cosa, anche i diritti cadono, come alberi sull’asfalto. Ma c’è chi dice no. Così si riversano in piazza, loro, gli altri, i meno abili, oggi 31 ottobre 2012, insieme a Fish e alle organizzazioni della rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia”, per gridare con tutto il fiato che resta in gola la vacuità del sistema sociale e sanitario del nostro Paese. Montecitorio il luogo, il punto di incontro di intere famiglie. E’ il presidente di Anffas Onlus ( Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) a spiegarne il perché: “Abbiamo letto con attenzione il testo del disegno di legge e non possiamo che manifestare grande preoccupazione per tutta una serie di misure che nello stesso sono contenute: tra tutte i nuovi tagli agli enti territoriali e quelli che dovranno pesare su scuola e sanità, nonché l’aumento dell’Iva per le cooperative sociali e le ripercussioni, anche fiscali, che ci saranno sulla tenuta in generale delle famiglie, soprattutto quelle incapienti o con situazioni di svantaggio. Si aggiunge inoltre a queste la previsione del passaggio all’INPS delle competenze per la stesura della Diagnosi Funzionale per gli alunni con disabilità, misura che potrebbe comportare ulteriori disagi ad alunni che già fanno i salti mortali per vedersi riconosciuto il proprio diritto ad un’istruzione di qualità”. La stessa associazione ha prodotto una prima analisi delle misure previste dal disegno di stabilità, consultabile sul sito www.anffas.net.
Tuttavia, pochi sanno dell’esistenza dei. progetti di vita indipendente, l’istituto che assegna direttamente ai disabili gravi le risorse per gestire la propria assistenza, garantendo recupero sociale e risparmio per lo Stato. Sono 14 anni gli anni di vita di questa legge, ma l’Italia non ha mai erogato i finanziamenti per metterla in pratica, scaricando l’onere di spesa sugli enti locali. Da un’inchiesta condotta da Il fatto Quotidiano, viene alla luce che “gli studi e le analisi sulla spesa per l’assistenza indicano chiaramente che se a scegliere e retribuire chi lo assiste è direttamente il disabile, lo Stato risparmia fino a un terzo di quanto spende. Molto meno dei 380 milioni di euro che finiscono direttamente nei bilanci delle cliniche che hanno in cura 21mila invalidi, il cui onere principale ricade soprattutto sui comuni. E sicuramente meno rispetto al costo dell’assistenza domiciliare, che raramente soddisfa le esigenze di un disabile grave”. Il dato ancora più allarmante è la perfetta “ignoranza” degli stessi disabili sulla possibilità di godimento di un diritto, per l’appunto esigibile, e di un percorso di affrancamento previsti per legge. La conoscenza è un diritto e un dovere della comunità intera, nell’interesse di ognuno perché a pagare , in ogni senso, è la collettività.