Nuovi imprenditori agricoli cercasi!
Echeggia un suono nelle distese abitate dagli Etruschi. Un suono che nasconde la natura “ossimorica” delle parole che lo producono: banca della terra.
E’ aspro, velenoso, ruvido e crudele quello che nasce dalla parola Banca, eppure, se accostato alla morbidezza, alla tenera armonia che la parola Terra emana, si potrebbe dar luce ad un progetto. Lo sa bene l’assessore regionale all’agricoltura, il toscano Gianni Salvadori, nell’apertura del Convegno “Uso versus Consumo del territorio rurale”, a Palazzo Strozzi Sacrati in piazza Duomo a Firenze. 360.000 gli ettari di superficie agricola disponibile ma completamente abbandonati dal 1982 al 2010 nella sola Toscana. Dalle parole dell’assessore Salvadori emerge un dato paradossale: i giovani che intendono impiantare nuove aziende agricole non trovano terre dove sia possibile farlo. È per questo che la Regione metterà a loro disposizione quelle di sua proprietà, facendosi destinataria delle istanze di coloro che desiderano investire nel settore. Proprio per tal motivo si parla di “Banca della terra”. È necessario permettere, altresì, che le imprese agricole ricavino reddito sufficiente per continuare il loro lavoro. A renderlo possibile, un ulteriore mezzo a loro disposizione, ossia l’installazione di impianti fotovoltaici sui terreni agricoli, che vede il coinvolgimento delle competenze degli assessorati all’agricoltura, all’urbanistica e all’ambiente, per far sì che la nascita di una dimensione comune e condivisa con gli imprenditori agricoli e semplici cittadini non sia soltanto ipotizzata ma anche reale.
“Siamo a metà della legislatura e possiamo dire che la Toscana ha compiuto importanti passi avanti nel cambiamento delle politiche del territorio”. È il commento del presidente Enrico Rossi al convegno “Uso versus Consumo del territorio rurale”. La salvaguardia del territorio agricolo e la tutela del paesaggio costituiscono gli ambiti obiettivi da realizzare in breve tempo, ma è dalla combinazione degli stessi con il rilancio del manifatturiero che la Regione Toscana potrebbe ornarsi della medaglia per lo sviluppo della qualità.
Sviluppo e qualità sono troppo spesso assenti, sia nei dibattiti sia nei piani strutturali, per non parlare della concreta messa in opera dei due termini. Senza dubbio l’idea del cambiamento è rivoluzionaria, laddove ad essere protagonisti sono i giovani, la produzione, il consumo e la ricchezza. È altrettanto rivoluzionaria l’idea di un giovane che sposa vecchi mestieri, definibili in fin di vita o piuttosto in mano a coloro che provengono da terre straniere. Ma, attenzione a chiamarli contadini, meglio appellarli imprenditori agricoli!