Lucifero e Altea
“E volle un Amore di carne e fiato non più sognato ma vero.
Femminea Essenza, Altea discese dalle schiere angeliche per vestirsi d’un corpo di donna, assaporare la bocca d’un comune mortale e morderla come fosse mela; e miele fu, l’umido dolce della pelle che lui saggiò posando le labbra su di lei.
– Salvami – le disse Lucifero inginocchiato al cospetto di un Dio invisibile mai trovato, posando il capo sul femmineo ventre: – Salvami dai miei demoni, che m’hanno oscurato la vista, ammutolito il cuore e spento l’Anima.
In quella parvenza d’amore lei s’addentrò e lo amò a suo danno.
Impavido Cuore di Donna, ebbe l’ardire di attraversare l’inferno dentro a quell’animo maschile ormai perduto, pensando che Amare bastasse per salvare la vita ad entrambi e vivere nella Luce. Ma fu nello Specchio degli occhi di lui, ch’ella si perse involando nei sentieri angusti d’una mente avversa al Bene. Angelo Infero crudele nel cuore che avea costruito l’Amore ad immagine e somiglianza delle parole. Mente succube di Madre Menzogna, lasciò nell’aria soltanto l’Eco di dolci promesse che sbocciavano ovunque come Narcisi.
Servendosi di lei per arrivare ai Cieli e mutare il Fato, Lucifero sfidò le stelle opponendo resistenza ad ogni Volere Cosmico pur di non tornare negli Inferi; ma nella sua reazione estrema ogni miseria fu scoperta e bugie piovvero in ogni dove, svelata fu ogni mendace parola, e nello Specchio Lunare ogni colpa s’illuminò.
Sorte avversa fu per quei due Cuori perduti nella morte dell’Amore che mai l’una incontrò più l’altro. E mai futuro venne per loro inscritto in nessun Paradiso e in nessun Inferno, poichè fuori di quell’Amore nulla sarebbe più esistito.”