La Doppia Via
La ‘terra del rimorso’ negli anni ha dimostrato una straordinaria capacità di re-inventarsi, attingendo alle proprie peculiarità e bellezze ma sembra sia rimasta costantemente incastrata in un doppio percorso. Da una parte, infatti, insegue una visione di sviluppo roboante, animato da invasioni da cemento e turisti mordi-e-fuggi, dalla deturpazione del paesaggio e della sua storia, dall’accumulo di rifiuti, e dall’invasione delle grandi imprese commerciali che risucchiano la saggezza artigiana.
Dall’altra, c’è un Salento parallelo che inventa modalità nuove per esistere mantenendo fede al proprio spirito e privilegiando modelli di sviluppo basati sull’ingegno creativo e la sensibilità etica. Una rivoluzione lenta che ha fatto dell’amore per la terra, la valorizzazione dell’antica saggezza che lo attraversa e il rispetto per la natura il file rouge che unisce il ‘fare’ di tante realtà che in questo territorio sperimentano modalità sostenibili di agire e produrre. Associazioni, comitati, artigiani, piccole realtà imprenditoriali, singoli cittadini che guardano al Salento con rispetto, alla ricerca di valori quali il km0, il consumo critico, la decrescita felice, la riscoperta dell’agricoltura naturale, l’attenzione al riuso e alle azioni non invasive sul territorio. Un processo che riparte dal rapporto con i luoghi per cui ogni idea di sviluppo si coniuga con la specificità della sua posizione geografica e della sua cultura. Al rapporto con lo spazio si aggiunge il metodo, quello della lentezza, inteso come strumento privilegiato per vivere a pieno la realtà restituendole il senso smarrito.
Non più proclami urlati, ma un lento lavoro di promozione culturale per diffondere buone pratiche quotidiane con la consapevolezza che il sistema non si cambia se il mutamento non avviene prima ‘dentro’. Una rivoluzione culturale composta da luoghi riconoscibili come i mercatini del baratto, del riuso, del dono. Realtà come Piazza Baratto, il Formicaio, la Cianfrusoteca e tanti altri lavorano da tempo per creare piazze e relazioni nuove, per diffondere la bellezza dell’auto-produzione e per contribuire a un mutamento di sguardo che ripensi a quello che viene definito “scarto” in forma nuova, creativa, in potenza. EcoFesta, ad esempio, ha inventato un modo nuovo per ridurre al minimo i rifiuti delle sagre di paese, rendendole finalmente sostenibili da un punto di vista ambientale. Una condanna decisa all’usa-e-getta che si ritrova con lo stesso spirito nella diffusione di pannolini lavabili e di punti vendita con detersivi alla spina. Un sistema sostenibile da un punto di vista ecologico, ma anche culturale ed economico, rispettoso della bellezza di questa terra in cui si diffonde l’uso della bicicletta quale mezzo più adatto per vivere con lentezza e questo territorio e in cui nascono numerose fattorie didattiche.
Anche il cibo ritrova la sua dimensione grazie ai produttori che scelgono di coltivare rispettando i cicli naturali. Una scelta coraggiosa supportata dall’azione promozione culturale dei Gruppi di acquisto solidale, Agricoltura Bene Comune, Coldiretti e Masseria Miele e di nuovi punti vendita attenti alle produzioni locali e naturali.
Un percorso straordinario che si nutre di ingegni creativi capaci anche e soprattutto di ‘vivere’ di produzioni sostenibili, piccole realtà imprenditoriali che sfidano la grande economia proponendo prodotti ‘lenti’, sostenibili da un punto di vista ambientale e nati grazie a processi naturali. Oggetti portatori di senso, storia e rispetto per la terra che sposano una visione del Salento fedele alla propria essenza naturale.