Il treno della memoria parte da qui!
“Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti”. (da Un passato che credevamo non dovesse tornare più, Corriere della sera, 8 maggio 1974; ora in L’asimmetria e la vita, Primo Levi).
Forse ancora non abbiamo capito, forse non avremo mai delle risposte, ma abbiamo il diritto e il dovere di continuare a porci delle domande.
No, non è il giorno della memoria, non celebriamo nulla in anticipo. Ma c’è chi non aspetta il 27 gennaio per salire sul carro e sventolare la bandiera dei ricordi, ingiallita e pregna di polvere. C’è chi quella bandiera la lucida ogni giorno, con olio di gomito, sudore, allegria e con tanta voglia di capire il passato, perché è da esso che si parla al presente e si guarda al futuro, in un continuo dialogo, non solo con se stessi.
C’è chi la diversità la considera una risorsa, un incredibile strumento di confronto per migliorarsi e modificarsi nel senso più sano del termine, in quanto la conoscenza e l’informazione non hanno connotazioni geografiche. Così ragazzi e ragazze dal Trentino, Emilia Romagna, Puglia si sono incontrati in Piemonte, a Torino, lo scorso week end, per la formazione nazionale educatori del Treno della memoria, edizione 2013. Perché questa “comunità viaggiante” è patrimonio dell’Italia intera, è una realtà nazionale. Il primo treno è partito nel gennaio del 2005, con a bordo circa 700 ragazzi leccesi e piemontesi, grazie all’Associazione Terra del Fuoco, organizzazione non governativa italiana, nata a Torino nel 2001 ma con sedi decentrate a Trento, Trieste, Cesena e Puglia. Così come in un vero e proprio viaggio si percorrono strade, si cambiano direzioni, si prendono decisioni e si fanno scelte più o meno importanti, ogni tappa ha un senso, in un percorso educativo rivolto agli studenti delle scuole secondarie superiori e dell’università, che culmina a Cracovia per visitare gli ex campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Quello polacco è unico nella storia per l’uso che il nazismo ne ha fatto, divenendo lo strumento principe di eliminazione razionale e sistematica dei deportati, nella micidiale demolizione dell’uomo contro l’uomo. In un preciso momento storico in cui i giovani vengono appellati in vari modi, a torto o a ragione, in cui la precarietà e il senso di insicurezza corrodono e avvelenano i pensieri, in cui il giudizio e l’indifferenza la fanno da padroni, c’è chi ha bisogno di spogliare la propria anima e rivestirla con mille indumenti provenienti da culture ed esperienze diverse, per sentirsi meno soli nella lotta delle idee,perché “quando si sogna da soli è solo un sogno. Ma quando si sogna insieme è già l’inizio della realtà” (Tdf). Anche se non lavoriamo nel fango, se non moriamo per un sì o per un no, se non patiamo la pochezza del cibo, non possiamo permetterci di avere vuoti gli occhi. Questi ragazzi hanno provato a riempirli i propri occhi, affidandosi non solo ai ricordi, alle esperienze e alla competenza di chi li ha “educati” ad essere a loro volta portavoci del progetto, ma anche a vivere uno spazio di condivisione, troppo spesso assente laddove prevalgano individualismi ed egocentrismi del nuovo Millennio.