Il tratto democratico del cemento
Oscar Ribeiro de Almeida Niemeyer Soares Filho, tre angoli di globo nel suo nome, si potrebbe pensare teutonico o portoghese ma in realtà brasiliano.
“Sono un meticcio universale ma sono nato e cresciuto a Rio”, dice di se stesso Oscar Niemeyer.
Centroquattro anni per attraversare il XX secolo e coglierne tutte le espressioni artistiche che hanno caratterizzato l’architettura moderna e carpire tutte le possibilità di realizzazione del cemento.
Alla ricerca della semplicità, della forma libera, abbandona riga e squadra per cedere il passo a curve e linee rette offerte dal cemento armato. Il rigore strutturale soppiantato dal nuovo tratto artistico che caratterizza la sua opera, nulla più s’interrompe, la linea curva audacemente utilizzata crea un continuum visivo tra architettura e ambiente. “Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale”, la femme per la forma, musa e vita.
Dice “In tutti gli edifici io cerco la sorpresa. Io penso che l’architettura è buona quando genera un’emozione, una sorpresa, per essere opera d’arte.”. E la sorpresa arriva nel 1940, quando incontra Juscelino Kubitschek de Oliveira sindaco della capitale dello stato del Mina Gerais, il quale gli commissiona lo sviluppo di un nuovo quartiere a nord della città. Disegna una serie di edifici che varranno conosciuti poi come il “complesso di Pampulha”, tra i quali la Chisa di San Francesco d’Assisi: il primo monumento moderno del Brasile.
E sempre con Kubitschek, ormai presidente del Brasile, sviluppa un progetto avveniristico che vedrà la luce nell’arco di soli quattro anni, ovvero Brasilia; di lì a breve sarebbe diventata la nuova capitale del Brasile, placando lo storico scontro tra Rio de Janeiro e San Paolo.
A Brasilia, l’animo social-comunista muove l’idea democratica di far convivere in illimitati volumi, seppur rigorosi, il dipendente, il politico e l’operaio.
Qui, il palazzo di Itamaraty, sede del ministero degli Esteri; a Segrate (Milano), invece, Palazzo Mondadori, sede dell’omonima casa editrice. Quest’ultimo progettato 30 anni dopo il primo, all’età di 60 anni, negli anni dell’esilio francese. Simile, ma distinto per dimensioni e definizione strutturale. Esteso longitudinalmente, gli archi non hanno regolarità. Cemento sospeso sull’acqua che si duplica nel riflesso. Il continuum.
“Non sono interessato ai cent’anni, penso di averne sessanta, perché faccio tutto quello che facevo a sessant’anni”, questo il pensiero che governa mente e azione, fino alla scomparsa.