I percorsi di Francesca Pellegrino
Mercoledì 23 maggio, alle ore 18, nello spazio espositivo (salone pianterreno) dell’ex convento dei Teatini di Lecce, verrà inaugurata la mostra di pittura Percorsi dell’artista Francesca Pellegrino. Il taglio del nastro sarà affidato al direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, Claudio Delli Santi.
La mostra – il cui allestimento è curato dalla professoressa Rita Tondo e il testo critico scritto dal filosofo e docente di Estetica dell’ Accademia di Belle Arti di Lecce, Tommaso Ariemma – è composta da tredici opere che illustrano il “percorso” che l’uomo compie inconsciamente durante la sua vita.
Una mostra che soddisfa lo sguardo e arricchisce l’animo dell’uomo. Dalla nascita alla morte, dall’esperienza del sogno alla percezione del proprio corpo, dalla nudità alla maschera, Pellegrino coniuga spesso il proprio ritrarsi con le icone popolari. Una pittura “comprensiva”, capace di non lasciare indifferenti quanti riconosceranno, nell’immagine dell’artista che si ritrae, il nostro comune stare al mondo.
La mostra resterà aperta fino al prossimo 3 giugno. Si potrà visitarla nei seguenti orari: 10-13 e 17- 20.30.
Per ulteriori informazioni:
- chiamare il numero 328 7448501
- inviare una e- mail a pellegrino.f@hotmail.it
Percorsi è uno degli eventi promossi dal Comune di Lecce a sostegno della candidatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura.
Testo critico di Tommaso Ariemma, filosofo e docente di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce
“A Francesca Pellegrino è riuscito di mettere insieme nelle sue tele ciò che per la storia dell’arte è sempre risultato inconciliabile: il mondo intimo dell’artista, la cultura popolare dei suoi spettatori, i grandi temi della condizione umana. Il risultato è un’originalissima pop art esistenziale. A un artista, soprattutto a un pittore, non si chiede altro che “dipingere ciò che siamo”. È questo, del resto, l’imperativo che seguì Andy Warhol nell’estate del 1960, quando chiese consiglio a un amico. Warhol tuttavia si limitò a dipingere soprattutto icone della cultura popolare, mettendo in secondo piano la sfera privata. Dimensione a cui Francesca Pellegrino, invece, non rinuncia affatto.
Dalla nascita alla morte, dall’esperienza del sogno alla percezione del proprio corpo, dalla nudità alla maschera, Pellegrino coniuga spesso il proprio ritrarsi con le icone popolari. La stessa tela presenta un’impostazione “a incastro”, quasi a indicare, simbolicamente, che tutto quadra, nella giusta misura, come i rettagoli “in negativo” che l’attraversano. Una pittura “comprensiva”, capace di non lasciare indifferenti quanti riconosceranno, nell’immagine dell’artista che si ritrae, il nostro comune stare al mondo”.