Due ragazze dell’Est e il terrore degli anziani
Hanno aggredito, picchiato, raggirato un’anziana donna di Andrano. Non l’hanno derubata perchè non hanno avuto il tempo di farlo. Quello, però, era lo scopo. Il coraggio di una giovane donna, una temeraria di 27 anni, le ha messe in fuga. Questa è una storia di buoni e cattivi, di anziani indifesi e di gente che si difende come può. Purtroppo! Siamo nel sud Salento, ad Andrano. Siamo anche in pieno giorno. Esattamente a mezzogiorno di ieri. Per le vie del paese si fanno vedere due ragazze. Si muovono indisturbate. Di loro si ha solo un sommario identikit. Una bionda e l’altra bruna, entrambe, presumibilmente, dell’Est. Tutte e due molto giovani, sui vent’anni, poco più. La bionda, dagli occhi castani, e la mora, dai capelli di media lunghezza, avrebbero anche un complice. Si pensa ad un basista, un uomo, che le accompagna in auto nei paesi e le attende per poi prendere la via di fuga. Difatti è quello che è successo ieri, e forse, anche da tempo, in altri centri cittadini.
Ma andiamo con ordine. Le due ragazze lasciano l’auto insieme. Sempre insieme puntano verso gli obiettivi: le abitazioni di anziani. Poi, con destrezza, si separano. Dinanzi alle vittime se ne presenta solo una. Gentilezza e garbo il suo biglietto da visita ed ancora ricordi e parentele inesistenti. L’altra, invece, sguscia subito in casa, senza essere vista, per arraffare denaro e preziosi. “Un bicchiere d’acqua, per favore”, una cortesia che molti anziani non negano a nessuno, neanche agli sconosciuti. Questa la richiesta della donna truffaldina. E quando alla porta si presenta una ragazza molte difese crollano dinanzi ad una semplice esigenza come quella di bere un sorso d’acqua. Eppure bisogna stare attenti, mai abbassare la guardia, soprattutto con gente che non è della zona, non si è mai vista in giro, in paese. A volte ci si salva anche in questo modo.
Le due hanno citofonato alle porte di diverse abitazioni. In alcune non c’era nessuno. Due anziane, invece, frettolosamente le hanno invitate a cambiare aria, direzione. Loro, non hanno desistito. Hanno continuato il giro per l’ultimo raggiro della mattinata. Una signora di 80 anni ha aperto la porta, si è avviata in cucina, la bionda e la bruna sono entrate. Una rovistava nei cassetti della camera da letto, l’altra immobilizzava la vittima. Una sua vicina, la temeraria di 27 anni, si rende conto che qualcosa non va. La vista di una delle due sconosciute l’allarma. Del resto non la vede uscire e si preoccupa. Poi sente delle urla, quelle della malcapitata. La voce, però, è flebile. La ragazza “coraggio” si precipita dall’anziana. La porta è chiusa dall’interno. Lei cerca in tutti i modi, gridando, e dando calci alla porta di attirare l’attenzione degli altri vicini. Una volta dentro vede la donna immobilizzata da una delle due ragazze che scappa. Poi vede l’altra uscire e colpire l’anziana. La giovane temeraria cerca di inseguirle, ma le perde di vista, infine scopre che sua nonna è stata colpita. Le ragazze dell’Est sono in fuga con il basista. La vittima è provata per l’accaduto, ancora molto spaventata. Sta bene, per fortuna, grazie alla ragazza coraggio. Questa è una storia di buoni e cattivi. E’ una storia, in questo caso specifico, di donne vere, che non badano al pericolo, e di donne fasulle che cercano di piegare la gente, a sorsi, per truffarla e derubarla. Ma potrebbe essere una storia comune a tanti uomini. E’ anche una storia che dovrebbe far riflettere sul senso della sicurezza. Non dobbiamo avere la percezione della sicurezza, ma la garanzia di essere tutelati. Iniziamo da noi stessi, ma affidiamo anche il compito a chi è tenuto a farlo. Denunciamo, segnaliamo per arrivare al giro di vite.