Addio Teresa Mattei, piccola grande Madre della Repubblica
Teresa Mattei è morta. Ai più questo nome non dirà nulla, uno tra i tanti che verranno menzionati perché noto ai pochi del settore e niente più. Teresa Mattei è morta a 92 anni. Vogliamo ripetere più volte il suo nome perché troppo poco udito, scritto, letto. Teresa Mattei fu la protagonista della nostra rinascita, come popolo e Nazione. Più di Sessant’anni fa, 21 donne soltanto, assieme a molti uomini, hanno suffragato principi e accertata la presenza di molteplici problemi che, ancora oggi, non sono stati risolti. E’ stata protagonista di quella strana magia che fu l’Assemblea Costituente, dando prova di quanta luce possa illuminare una società formata da uomini e donne che assieme chiedono con forza di essere trattati da essere umani. Teresa è stata una delle 21 donne eroiche nella lotta e tanto tenaci nella ricostruzione, convinte che quello che stavano compiendo fosse solo l’inizio di un lungo cammino, quasi mai facile da percorrere. Protagonista di un tempo in cui la nostra Italia era prevalentemente rurale, quando le italiane erano braccianti, contadine, massaie, mondine. Quando per la prima volta le elettrici erano decise a fare la fila pur di votare; consapevoli che non fosse meno utile delle file che durante i lunghi anni di guerra avevano fatto per il pane e il carbone.
A volte è necessario partire dalla fine, da una fotografia già scattata, per osservare, mettere in luce e conoscere i soggetti, i protagonisti, lo scenario che ha indotto il fotografo a voler creare quell’opera. Lei, assieme a pochi altri, doveva cercare e trovare qualcosa che potesse unirci, in uno dei momenti peggiori della nostra esistenza. Si è cercato di cristallizzare le idee dominanti di una civiltà, esprimendo una formula di convivenza. Alle spalle, il nulla, anzi, disperazione e sconfitte. Si doveva ricostruire il futuro di tutti, attraverso una nuova Costituzione, per mezzo di norme che avrebbero trovato applicazione nel futuro.
E’ stato osservato da molti che la Costituzione rappresenta il ponte tra l’acquisizione dei diritti politici e l’evoluzione posteriore della condizione femminile, in quanto i principi sanciti dalla Carta costituzionale in materia di parità uomo-donna, sono principi molto avanzati per il periodo storico in cui furono espressi. Pur appartenendo a schieramenti e ideologie differenti, le costituenti trovarono punti di unione per l’affermazione dei principi che le riguardavano, come la tutela della condizione femminile, la sfera dei diritti delle donne. Come riporta Cinzia Maria Rossi nel suo Manuale di democrazia, si può affermare che la donna non avrebbe nella Costituzione il posto che di fatto vi ha, se non ci fosse stato alla Costituente quel gruppo di donne che il suffragio universale e l’esercizio dell’elettorato passivo e attivo aveva portato nell’aula di Montecitorio. Le donne riuscirono ad essere le protagoniste della loro emancipazione. Teresa Mattei è stata cofirmataria di un emendamento in cui si affermava che tutti i cittadini di ambo i sessi possono accedere agli uffici pubblici in condizioni di uguaglianza, eliminando ogni riferimento a successive norme di legge che potessero porre limiti all’accesso. Il sesso non doveva essere più un fattore discriminante per il godimento dei diritti civili e sociali. La Costituzione italiana è stata anche il frutto che ha trasceso quelle stesse ideologie contrapposte, che pure si incontrarono in quella concordia discors, nell’Assemblea Costituente. La Costituzione andò oltre lo stesso compromesso tra cattolici, comunisti e liberali, per avere invece ricevuto l’impronta di uno spirito universale, oltre lo spazio e il tempo, tanto da essere approvata dal 90% dei membri della stessa Assemblea.. Questo il pensiero di Teresa Mattei, tratto da “Le testimonianze”. L’idea di compromesso tra i tre grandi partiti politici italiani è, a giudizio di Teresa, in parte riduttiva, in quanto ritiene che più di compromesso si era trattato di buona volontà. Non è stato mercanteggiato nulla […] allora si guardava più alla parte positiva, cioè che uniti si poteva fare qualcosa, divisi non si poteva fare niente […] C’erano i conflitti fra i grandi agrari e i contadini, fra gli industriali con le fabbriche distrutte e gli operai senza lavoro, quindi, naturalmente,tra i sindacati e i rappresentanti degli industriali o degli agrari (non esistevano ancora né la Confindustria né la Confagricoltura). Noi avevamo dei grandi dirigenti sindacali nella Costituente: Achille Grandi, Oreste Lizzardi, Giuseppe di Vittorio che dirigevano allora il sindacato unitario quindi vedevano tutti che l’unità sindacale poteva servire ad affrontare con grande forza questi problemi.
La Mattei aveva solo venticinque anni. Intervenne in aula il 18 marzo 1947, nel dibattito generale, sottolineando l’importanza dell’uguaglianza tra i sessi. Il 18 marzo in plenaria, propose di aggiungere la precisazione «di fatto» dopo il termine «limitando» nel II comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione. Con Calamandrei, avanzò alcune perplessità sulla questione dei minori, tanto che arriverà ad affermare:
Più affronto questo problema più mi rendo conto anche delle insufficienze della nostra Costituzione che anch’io ho contribuito a scrivere. Nell’art. 3, ad esempio, si dice che tutti hanno pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione o di opinione politica. Ma non abbiamo scritto “senza differenza d’età”, così si può pensare che i bambini e gli anziani non siano dei cittadini.
Per la denuncia di anti – democraticità dei comunisti, il 23 aprile 1955 presso la sezione di appartenenza di Bagno a Ripoli, Teresa fu radiata dal PCI:
Dopo che mi hanno espulsa dal Partito Comunista, sono tornata alla base […] sono andata a scuola dalle donne e ho imparato tantissimo perché ho perso tutta la teoria e ho imparato la pratica della vita.
Mi sono sentita vicina ai problemi della “base” cioè del popolo ed è così che bisogna fare. È meglio unire a quello che si è studiato quello che si è capito con la pratica della vita, anche ascoltando gli altri. Da allora non ho preso più nessuna tessera.
Cos,ì volle trascorrere gli ultimi anni di vita a Lari.
Con umiltà e profondo rispetto, UpilMagazine si ritiene onorato di aver avuto una Madre della Repubblica come Teresa Mattei, il cui nome ora, speriamo, sarà più conosciuto.